Dal diario di Silvia (parte 10): Non c’è muro che tenga
Dal diario di Silvia (parte 10):
Non c’è muro che tenga
Caro il mio muro,
se pensi di essere solido, saldo e ti senti indistruttibile, non hai ancora fatto i conti con la mia testa.
Le sfide danno un’energia che solo loro sanno tirare fuori. Anche con tutta la stanchezza che nascondono e che comunque non si dimentica. Perchè ti tirano fuori le unghie. E spesso le ali.
Sto parlando di un concorso, ma anche di ogni piccola grande sfaccettatura più o meno visibile della mia vita. Personalmente prima di tutto questi mesi mi servono per cambiare certe cose proprio nella pancia e nella testa, per acquisire quella dimestichezza a saper far fronte ai miei lati oscuri come dovrò saper oltrepassare senza panico ogni imprevisto che ci potrebbero essere in gara.
Mi alleno prima di tutto per vincere con me stessa.
E vi assicuro che è probabilemnte la sfida più grande.
Ma non importa quante picconate dvrò dare e quanto male faranno le mani dall’arrampicata. Non importa se cadrò e mi sembrerà di dover ricomincoare tutto da capo. Perche so che accadrà. Ma ti stancherai prima tu di essere muro che io di doverti oltrepassare o, all’occorrenza buttare giù.
Quindi guanti sulle mani e lampada sotto lo zucchero, bilance al loro posto e mis en place perfetta.
Si dice che per arrivare dove gli altri non arrivano, bisogna fare cose che gli altri non fanno. E in realtà non penso sia abbastanza. Per arrivare proprio lì è necessario avere la folle immaginazione che gli altri non hanno. E saperla trasformare in realtà.
Silvia Federica Boldetti
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