Dal diario di Silvia (parte 19): Alti e Bassi
Dal diario di Silvia (parte 19):
Alti e Bassi
Se mi chiedessero in questo istante cosa significhi la parola “concorso” risponderei con una sfilza di coppie di opposti. Perchè un concorso è una vita vissuta ai mille all’ora in un solo anno, dove si susseguono e si alternano sensazioni e sentimenti. Dove vivi ogni situazione concentrata ed espansa come sotto una lente di ingrandimento. Perchè sai che in quell’anno devi costruire un palazzo da zero, insieme ai tuoi allenatori che ti indicano la strada ma ti lasciano camminare sui tuoi passi, facendoti fare una sorta di riduzione a fuoco lento di tutte le tue idee, in un tempo che sembra sempre troppo poco. E di questo li ringrazio: Davide Malizia, Gianluca Fusto, Mario Romani e tutti gli sponsor, perchè loro per primi hanno creduto in me.
Un concorso è un mare di sorrisi e una marea di lacrime.
E’ un insieme di giornate in cui prenderesti un lanciafiamme e bruceresti tutto e altre in cui sei soddisfatto, in qualsiasi modo le ventiquattro ore possano finire, perchè le altre 23 sono filate come volevi.
E’ delusione e appagamento.
E’ divertirsi come dei bambini a realizzare i progetti come li immaginavi ed essere disperati con le lacrime da coccodrillo quando ti sembra non esista soluzione.
E’ ore di sonno che mancano e non sono mai abbastanza e sapere che per riposarsi si avrà del tempo in un poi non ancora definito.
Concorso è passare la giornata chiusa in un laboratorio con Valerio e riuscire a sopportarci ancora dopo quasi un anno, anzi essere diventati amici.
Concorso è sacrificio, ma è anche un sogno, ed auguro a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco di affrontare questa impresa. Anche se arrivato ad un certo momento non si vede l’ora di mettere il punto perchè ti senti davvero sfibrato.
Ma a 15 giorni dalla gara ti rendi conto che quel punto che prima era una luce lontana ora è tanto più vicino. Anzi, è proprio qui. E per concludere con questa sfilza di opposti, non vedi l’ora che arrivi per essere lì a presentare un anno intero di lavoro. E hai una paura folle che sia così vicino. Proprio dietro l’angolo.
Silvia Federica Boldetti
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